kuTso, tutto quello che non ti aspettavi!

di Redazione 606 views0

Spread the love

Il loro è un sound che dosa sapientemente funk e rock anche se l’ingrediente principale del loro cocktail esplosivo è il testo: dissacrante e mai banale. Abbiamo avuto la possibilità di intervistare i I kuTso e abbiamo scoperto che…

Credit: foto gentilmente concessa da Safe&Sound – Ufficio Stampa e Promozione Musicale

Chi sono i kuTso?

Sono ciò che non ti aspettavi.

Tre parole per descrivere ognuno di voi!

Donatello Giorgi: trasformista, sereno, chitarrista – Luca Amendola: efficiente, gentile, bassista – Simone Bravi: esagitato, appassionato, batterista – Matteo Gabbianelli: nevrotico, teso, cantante

Come potreste descrivere la vostra musica?

Dirompente e prepotentemente inopportuna.

Perché kuTso?

Perché un nome vale l’altro.

Come nasce la band?

Quattro persone si sono unite per sconfiggere l’apatia e seguire i propri futili sogni di gloria.

Il collante che vi tiene uniti, musica a parte?

La tolleranza reciproca alimentata da un comune obiettivo perseguito con spavalderia e fatalismo.

Parliamo di Decadendo (su un materasso sporco)… Perché proprio su un materasso sporco?

Perché la vita ci salva e ci insozza in continuazione.

Il pezzo più rappresentativo dell’album?

Alé” che è una non risposta, un punto interrogativo rovesciato, il buio e la luce che si fondono.

Quello che più avete a cuore?

Sempre “Alé”

Quello più particolare?

Ancora “Alé”

C’è un fil rouge che unisce tutti i testi?

Sì ed è la contemplazione affascinata delle proprie miserie, della consunzione che cancella le tracce della propria esistenza e della inesorabile fine di Tutto.

Cosa vi aspettate da questo album?

Che abbia la giusta risonanza.

Per la vostra musica, a chi vi ispirate, vi siete ispirati in passato o vorreste ispirarvi per il futuro?

Più che di ispirazione si può parlare di bagaglio musicale che attinge da Giorgio Gaber, i Beatles, i Nirvana, Lucio Battisti, Rino Gaetano, i Weezer, Iggy Pop, Micheal Jackson, Totò e Nietzsche.

Prossimi progetti lavorativi?

Continuare a suonare in ogni dove.

Un sogno che sperate si avveri quanto prima?

Stiamo cercando di diventare a tutti gli effetti una realtà nazionale.

Cosa rappresenta la musica per voi?

Una scelta da cui non si torna indietro.

Dal sogno di realizzare un album a oggi… quante e quali tappe avete vissuto?

Così tante, ma insignificanti per il pubblico che mi annoio alla sola idea di elencarle o andarle a scovare nelle memoria. Invito tutti a consultare il sito www.kutso.com dove c’è la nostra biografia.

Il lato più negativo del panorama musicale italiano e non?

Pochi soldi in mano a gente incompetente e inetta.

E quello più positivo?

In Italia c’è sempre il sole e si mangia bene.

Quali consigli dareste a chi vuole approcciare a questo mondo?

Siate seri e ligi al dovere, altrimenti levatevi dalle palle, perché di turisti della musica che creano confusione e intasano i locali ce ne sono fin troppi.

La vostra band ha un motto? Se sì… qual è?

“finché c’è a’ salute….”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>